Osserva alcuni meravigliosi gioielli
Dicroico
Il termine proviene dal greco e indica una sostanza, superficie o aspetto della luminosità che presenta dicroismo = doppio colore.
Questo tipo di proprietà appartiene ad alcuni cristalli (come la tormalina e l’opale) che assorbono selettivamente una delle due componenti ortogonali della luce, ordinata e non polarizzata.
Il vetro dicroico è un rivestimento composto di molti strati posti sul vetro usando un processo di deposito con tecnica a “vuoto”.
Il cristallo di quarzo e gli ossidi di metallo, sono vaporizzati con una pistola con fascio d’elettroni in una camera vuota senz’aria, il vapore si attacca e condensa sulla superficie del vetro nella forma
di una struttura di cristallo.
Per produrre un colore, si arriva a 30 strati di questi materiali e lo spessore del rivestimento complessivo è approssimativamente 35 milionesimi di pollice.
Il rivestimento che è creato è molto simile ad una gemma e con un attento controllo sulla sottigliezza, sono ottenuti diversi colori.
Tutti i rivestimenti sono ottenuti usando esattamente lo stesso materiale.
Originariamente creato per l’industria aerospaziale, questo tipo di rivestimento ora è disponibile per molte applicazioni.
La principale caratteristica del vetro dicroico è che ha un colore che si trasmette e un colore di riflessione completamente diverso. In più questi due colori cambiano secondo l’angolo di visione.Il vetro dicroico è un vetro contenente micro-strati di ossidi metallici che danno al vetro dicroico proprietà ottiche particolari e un aspetto cangiante, sfruttato a scopi artistici e di alta tecnologia (si pensi alle lampade alogene "dicroiche" usate per illuminazioni particolari come in microscopia a luce trasmessa). L'invenzione del vetro dicroico è spesso erroneamente attribuita alla NASA (filtri dicroici), ma il vetro dicroico risale almeno al IV secolo, come si vede dalla Coppa di Licurgo.
La moderna produzione di vetro dicroico o bicolore si ottiene attraverso un processo di rivestimento multistrato. Cristalli di quarzo e ossidi di diversi metalli come titanio, cromo, alluminio, zirconio, magnesio sono vaporizzati con un raggio elettronico in una camera a vuoto, dove finiscono per condensarsi su una superficie in forma cristallina. Questo materiale è poi generalmente lavorato a caldo, e può essere utilizzato in forma grezza.
La principale caratteristica del vetro dicroico è il colore della luce riflessa che è cangiante, questo perché il colore della luce trasmessa è differente da quello ottenuto per riflessione.
L'industria romana del IV secolo raggiunse un uso così sofisticato di additivi che portò alla produzione di vetri dicroici.
Coppa di Licurgo
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La coppa di Licurgo, illuminata posteriormente, esibisce una colorazione rossa
La coppa di Licurgo è una coppa diatreta di vetro di epoca romana, risalente al IV secolo. La coppa è costruita con vetro dicroico e mostra un colore diverso a seconda del modo in cui la luce passa attraverso di essa: rosso quando illuminata da dietro e verde quando illuminata frontalmente]. La coppa di Licurgo è l'unico oggetto romano integro completamente costituito da questo tipo di vetro e quello che maggiormente esibisce l'effetto cangiante]. Questo oggetto è stato descritto come "la coppa più spettacolare di quel periodo, opportunamente decorata, che sappiamo essere mai esistita".
La coppa è anche un raro esempio di coppa diatreta romana integra nella quale il vetro è stato accuratamente asportato e scolpito per lasciare solo una "gabbia" decorativa a livello della superficie originale. La maggior parte delle coppe diatrete presentano una gabbia con un motivo geometrico astratto ma in questo caso è presente una composizione con figure che mostra il mitico re Licurgo, che (a seconda della versione) ha cercato di uccidere Ambrosia, una seguace del dio Dioniso (Bacco per i Romani). Ambrosia è stata trasformata in un vitigno che attorcigliandosi intorno al re infuriato lo trattiene, uccidendolo infine. Dioniso e due seguaci sono rappresentati mentre si fanno beffe del re.