DescrizioneI miti, pagani prima e cristiani poi, videro nel Labirinto la traduzione simbolica dell’idea del cammino che l’Uomo deve compiere nella propria vita verso una meta a cui tendere, perseverando laboriosamente.
Esso è una delle allegorie più complesse e dense di significati, ritenuto in molte culture un mezzo prezioso per la ricerca dell’uomo dentro di sé, sia per il credente che per l’agnostico.
Tanto antico quanto multi – culturale, in una Cattedrale medievale, il labirinto assume un significato religioso, cristiano.
Uno dei più noti esempi, perfettamente conservato , è quello che si trova all’interno dell’Abbazia di Chartres, in Francia.
Il labirinto di Chartres, opera del XII secolo, è una figura geometrica circolare inserita in larghezza sul pavimento della navata centrale , è realizzato in pietra di Berchères, pietra calcarea locale particolarmente resistente, e formato da lastre di marmo blu-nero della Valle delle Muse.
Rappresenta un percorso continuo lungo 261,5 m che va dall’esterno all’interno del cerchio, con una successione di curve e archi di cerchio concentrici. La circonferenza è di quasi 13 metri di diametro e tangente alla base delle colonne laterali. Il numero delle strisce parallele è 11, numero ricorrente anche in altri labirinti, (che rappresenterebbe il peccato, collocandosi tra il 10 dei Comandamenti e il 12 , numero degli Apostoli.)
La sua caratteristica, comune a tutti i labirinti, è quella di portare dall’esterno verso il centro, e viceversa, attraverso un percorso unico: la retta via è una sola, seguire Cristo.
Nell’Abbazia il pellegrino è invitato a seguire la linea tracciata davanti a lui, in modo da salire verso il coro della cattedrale, verso oriente, cioè la luce.
Il centro del labirinto è di fronte all’asse dei pilastri che dividono le 7 arcate della navata, armonicamente, in 4 e 3.
Il 3 nella simbologia cattolica è il numero dello Spirito Santo, il 4 è quello della materia.
La loro unione è il connubio necessario per la realizzazione dell’opera.
Proprio al centro c’era una placca di bronzo, rimossa e fusa nel 1702 durante le guerre napoleoniche. Secondo ciò che affermano gli esperti, questa placca avrebbe rappresentato Teseo che combatteva contro il Minotauro ed alle spalle dei combattenti Arianna con in mano il famoso gomitolo di filo.
La lotta tra Teseo e il Minotauro simboleggia la lotta tra bene e male: una lotta che si compie nella nostra anima, lungo il percorso che costituisce il labirinto della nostra vita. Una lotta che ha avuto inizio con il peccato originale di Adamo ed Eva, riprodotto in una vetrata posta nell’abside meridionale della cattedrale, proprio al di sopra del labirinto.
Il centro del labirinto verrà raggiunto da colui che è iniziato, colui che, attraverso le prove, avrà dimostrato di essere degno di accedere alla rivelazione misteriosa.
I costruttori, erigendo la cattedrale, probabilmente tentarono di rispecchiare la Gerusalemme celeste.
Il Labirinto è infatti conosciuto anche come le chemin de Jérusalem, il cammino per Gerusalemme.
Il suo scopo era quello di offrire ai pellegrini un percorso ideale e metaforico come alternativa al vero viaggio in Terra Santa. Percorrere il Labirinto acquistava lo stesso significato – seppure in miniatura – dell’ascesi mistica e dell’elevazione spirituale che un vero pellegrinaggio porta con sé.
I pellegrini in visita a Chartres dovevano necessariamente attraversare il labirinto in ginocchio e con il Rosario al collo per riuscire a purificarsi , facendo l’intero percorso, dall’esterno fino al centro.
Compiere questa penitenza costituiva un mezzo per ottenere, dalle autorità ecclesiastiche, un certo numero di indulgenze e, per l’appunto, equivaleva, spiritualmente, ad un pellegrinaggio a Gerusalemme.
Inoltre per percepire la grande energia presente all’interno della cattedrale era necessario che il fedele la percorresse, oltre che in ginocchio, anche in piedi, senza scarpe: questo rituale ricorre spesso, ancora oggi, nelle quattro celebrazioni annuali che si compiono, all’interno della cattedrale, in onore della Vergine.
Il labirinto di Chartres rappresenta dunque un cammino simbolico che porta l’uomo dalla terra a Dio e il centro della figura rappresenta appunto la città di Dio: il percorso è un viaggio interiore per giungere a Dio attraverso la preghiera che culmina proprio nella rosa a sei petali centrale , ritenuta da alcuni l’emblema della preghiera del Padre nostro.
“Il simbolismo piu’ autentico dei viaggi, osserva Guenon, è da ricercarsi nel cambiamento profondo che l’esperienza del viaggio stesso determina nel soggetto che lo compie; non è mai fuga, ma ansia di evoluzione, di elevazione spirituale,di affinamento etico e consente di procedere dal mondo delle tenebre , quello profano , a quello della luce. Ecco perché ogni viaggio deve avvenire in primo luogo all’interno di noi stessi, alla ricerca di quella conoscenza lapidariamente sintetizzata nell’antico motto “Conosci te stesso” inciso sul frontone del Tempio di Delfi. Questa forma di conoscenza,che tende all’identificazione dell’individuo con le strutture del macrocosmo ha sempre avuto l’unico fondamentale obiettivo di condurre l’uomo verso la sua realizzazione spirituale”.
– Materiale: Rame placcato in Argento
– Misure : 3×3 cm