Ciondolo Talismano i 10 Buddha

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Ciondolo Talismano i 10 Buddha

Codice: 13475
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Linea ciondoli buddhisti
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Descrizione

Talismano particolarmente prezioso, sia per la grande funzione di Protezione che per il valore dei suoi significati.
Oltre ai 10 buddha, troviamo il simbologismo con i 10 Discepoli(monaci) e i 10 Mondi del Buddhismo.

Consacrato in un Tempio Buddhista.
Bronzo.
Nickel free.
Completo di collanina artigianale in ottone e cotone cerato. Lunga circa 53 cm.

Consacrato in tempio buddhista tramite un rituale chiamato "Apertura degli Occhi"

I 10 Discepoli (monaci)

I Dieci discepoli principali (o Dieci grandi discepoli: in lingua cinese ???? shí dà dìzi; in lingua tibetana nyan-thos nye-'khor bcu) sono l'elenco dei dieci principali discepoli del Buddha Sakyamuni così come presentato in numerosi sutra del Buddhismo Mahayana raccolti all'interno dei Canoni buddhisti cinese e tibetano.

Tale elenco comprende i seguenti discepoli del Buddha:

Ananda (in cinese ?? Anán, anche ??? Anántuó; in tibetano Kun-dga'-bo).
Aniruddha (in cinese ??? Anàlu; in tibetano Ma-'gags pa).
Kasyapa (in cinese ?? _Jiayè; in tibetano 'Od-srung).
Katyayana (in cinese ??? Jiazhanyán; in tibetano Ka-tya'i bu-chen-po).
Maudgalyayana (in cinese ??? Mujianlian; in tibetano Mo'u-dga-la gyi bu).
Pur?a (in cinese ??? Fùlóunà; in tibetano Gang-po).
Rahula (in cinese ??? Luóhuóluó; in tibetano sGra-can 'dzin).
Sariputra (in cinese ??? Shèlìfú; in tibetano Sha-ri'i bu).
Subhuti (in cinese ??? Xupútí; in tibetano Rab-'byor).
Upali (in cinese ??? Youpólí; in tibetano Nye-bar-'khor).


I 10 Mondi del Buddhismo

1) Inferno (in sanscrito Naraka; in giapponese Jigoku): il Mondo della sofferenza e dell'angoscia;

2) Avidità (in sanscrito Preta; in giapponese Gaki): il Mondo della cupidigia e dell'attaccamento;

3) Animalità (in sanscrito Tiryagyoni; in giapponese Chikusho): il Mondo dell'istinto puro e irragionevole, non moderato dalla ragione e dalla disciplina;

4) Collera (in sanscrito Asura; in giapponese Shura): il Mondo dell'aggressività e dello sfrenato egocentrismo;

5) Umanità (in giapponese Nin): il Mondo da cui ha inizio la riflessione per l'ascesa verso i regni superiori;

6) Estasi o Cielo (in sanscrito: Deva; in giapponese Ten): il Mondo del benessere e della gioia, ma solo come stati fuggevoli e transitori;

7) Studio o Apprendimento (in sanscrito: Sravakabuddha; in giapponese Shomon): il Mondo della ricerca personale;

8) Illuminazione parziale o Realizzazione: (in sanscrito: Pratyekabuddha; in giapponese Engaku): il Mondo della percezione della realtà permanente, ma non ancora del suo possesso stabile e definitivo;

9) Bodhisattva (in sanscrito: Bodhisattva; in giapponese Bosatsu): il Mondo del ritorno fra gli altri uomini per aiutarli ad ascendere anch'essi ai livelli superiori;

10) Buddità (in giapponese: Butsu): il Mondo della piena e perfetta liberazione, della assoluta felicità e dell'amor compassionevole per tutti i viventi.



Scrive Daisaku Ikeda nel suo libro La vita, mistero prezioso (titolo originale: Life: an Enigma, a Precious Jewel, 1982; traduzione italiana di Sergio Mancini, Sonzogno Editore, Milano, 1991, 1995, pp. 100-04):



L'Inferno non è affatto un'invenzione della fantasia. Esiste proprio nella nostra vita proprio qui sulla terra. L'Inferno è ovviamente il dolore che patiamo nella nostra vita e non esiste Inferno creato dall'uomo peggiore della guerra.

L'Inferno è la peggiore angoscia. Nel suo Gosho di Capodanno (Mushimochi Gosho), Nichiren Daishonin ha detto: «Per prima cosa, riguardo alla domanda di dove esattamente si trovino l'Inferno e il Budda, un Sutra afferma che l'Inferno si trova sottoterra e un altro dice che il Budda sta a ovest. Tuttavia, un più attento esame rivela che entrambi esistono nel nostro corpo alto cinque piedi».

Nel Buddismo è sempre importante guardare nel profondo del proprio Sé ed esaminare i propri sentimenti nei confronti della vita. Si può riuscire a ingannare gli altri a propositi dei propri autentici sentimenti, ma alla fine non è possibile ignorare se stessi. Se un uomo è torturato da un'inesorabile angoscia costui è all'Inferno. Se un uomo è completamente felice all'interno e all'esterno, costui sta sperimentando in parte la Buddità. Ognuno dei sei miliardi di uomini nel mondo è differente dall'altro, ma tutti abbiamo qualcosa in comune. Tutti noi conosciamo la felicità, il dolore, la gioia, la paura e altre emozioni fondamentali. Le nostre comuni qualità, che trascendono i problemi di razza e di colore, fanno parte del nostro senso del Sé. In altre parole, il nostro senso del Sé è il fondamento comune condiviso da tutto il genere umano.

Se il Sé è il comune denominatore, lo stato interiore del Sé varia da individuo a individuo. Il Buddismo riconosce dieci stati o regni nei quali può vivere il Sé individuale. In senso universale, ci sono dieci categorie di esistenza entro cui ricadono, in qualsiasi momento, tutti gli esseri umani. Noi li definiamo i Dieci Mondi, o Stati Vitali (Jikkai), e sono: 1) Inferno, 2) Avidità; 3) Animalità, 4) Collera, 5) Umanità, 6) Estasi, 7) Studio, 8) Parziale Illuminazione, 9) Bodhisattva e 10) la natura del Budda o Buddità.

La maggior parte delle persone a cui parlo dei Dieci Mondi tende a considerarli come dieci mondi diversi. Questo succedere senza dubbio perché hanno interpretato alla lettera le dieci definizioni. Il secondo stato, per esempio, è scritto in ideogrammi giapponesi e cinesi che significano «Il Regno delle Anime Affamate» e il terzo stato è scritto con ideogrammi che significano «Il Mondo delle Bestie». I termini suggeriscono posti estranei al nostro mondo e abitati da creature differenti da noi. In realtà, ogni stato può esistere - e di fatto esiste - in un singolo essere umano come la condizione sempre mutevole del suo Sé. In parole semplici, non è necessario morire e andare all'altro mondo per essere all'Inferno o diventare una bestia o un'anima affamata.

Nichiren Daishonin ha spiegato in che modo i Dieci Mondi si applicano agli esseri umani nei termini più chiari possibili. Nel Vero oggetto del culto (Kanjin no Honzon-sho), ha scritto dei primi sei stati: «Quando osserviamo a intervalli il volto di un uomo, troviamo che talvolta è gioioso, talvolta arrabbiato e talvolta calmo. A volte sul viso di una persona appare l'avidità, a volte la follia e a volte la perversità. La rabbia è il mondo d'Inferno, la cupidigia è quello di Avidità, la pazzia è quello di Animalità, la perversità è quello di Collera, la tranquillità è quello di Umanità e la gioia è quello di Estasi.». Penso che questo passaggio sia un eccellente esempio dell'acume di Nichiren Daishonin nel considerare il Sé. Per quanto una persona possa presentarsi bene agli altri, Nichiren Daishonin sa che in realtà può trovarsi all'Inferno e per quanto appaia in possesso delle sue facoltà, può trovarsi in uno stato di miseria spirituale. I nomi che tradizionalmente indicano i Dieci Mondi rappresentano in maniera espressiva lo stato in cui può venirsi a trovare il Sé, sia che si trati di un Sé dominato dall'impulso e dalla passione, di un Sé assorbito dal proprio egoismo, di un Sé privo di intelligenza e di consapevolezza o di un Sé pieno di gioia o di vita. I Dieci Mondi sono astratti nel senso che sono generalizzazioni attinte dall'esperienza umana. Dopo aver preso in considerazione tutte le diverse condizioni in cui il Sé potrebbe esistere, i filosofi buddisti hanno ratto la convinzione che esistono dieci condizioni di base.

Il numero non è casuale, né è stato scelto perché il dieci è la base del sistema decimale o altre cose del genere. È stato scelto da una parte perché fosse il più possibile comprensivo dei vari stati e dall'altra perché rappresentasse il minor numero possibile di categorie. Creare otto categorie avrebbe significato combinare insieme due stati essenzialmente differenti, dodici avrebbe significato dividere due stati essenzialmente inscindibili. ...
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