Descrizione4,5 x 5 cm
La potente frase “abracadabra” sembra derivi dall’Aramaico “abraq ad habra”che letteralmente si traduce in
“Creo quello che dico”.
Riflettiamo su quello che creiamo con i pensieri durante il giorno con le nostre parole.
Riflettiamo sui pensieri che elaboriamo durante il giorno
e avremo veramente una visione riguardo la vita e il mondo che stiamo creando.
Sandra Ingerman
Abracadabra (in greco antico) è un vocabolo in uso nella magia mistica antica che nonostante le etimologie proposte è definito per sé stesso inintelligibile.
Viene considerata la parola universalmente più adottata fra quelle pronunciate senza traduzione nelle singole lingue. Ci sono varie ipotesi circa l’origine del termine:
Una proveniente dall’aramaico Avrah KaDabra che significa Io creerò come parlo.
Altre proveniente dall’ebraico ha-brakh dabrh ossia pronunciare la benedizione o da Abreq ad habra con significato di: invia la tua folgore fino alla morte.
Essa è ora comunemente utilizzata dai prestigiatori come parola magica durante i loro spettacoli d’illusionismo. Nell’antichità, comunque, la parola fu considerata molto più seriamente come un incantesimo da utilizzare per curare febbri ed infiammazioni. La prima testimonianza conosciuta si trova nel Liber medicinalis di Quintus Serenus Sammonicus (III secolo d.C.), medico presso l’imperatore romano Caracalla, il quale prescrisse che il paziente malato indossasse un amuleto contenente la parola scritta in forma di un triangolo capovolto. Questo, egli spiegava, avrebbe diminuito il potere dello spirito della malattia sul paziente. Altri imperatori, fra cui Geta e Alessandro Severo, furono seguaci degli insegnamenti medici di Serenus Sammonicus ed utilizzarono l’incantesimo. Molto in voga ed utilizzata per tutto il Medioevo a scopo magico-rituale.